Cantate e sonate nel Barocco

Cantate e sonate nel Barocco



eseguono:
Roberta Majoni soprano,
Delio Casetta flauto traverso,
Carlo Rossi, cembalo
Lunedì 7 agosto 2017- ore 21.00
Chiesa di San Tommaso – Pozzale di Cadore


Delio Cassetta – direttore principale
Dopo gli studi iniziali in flauto traverso, si è dedicato alla prassi esecutiva 
della musica antica frequentando la Schola Cantorum di Basilea dove ha collaborando con musicisti specializzati in questo campo. Successivamente si è dedicato alla direzione d’orchestra perfezionandosi in Italia con Mario Gusella e Donato Renzetti, all’estero presso i MeisterKurse di Vienna con Karl Osterreicher. Ha seguito inoltre i corsi di fenomenologia musicale con il grande M°Sergiu Celebidache. Nel 1985 fonda l’Orchestra di Belluno di cui è sempre stato il direttore principale e con la quale ha interpretato centinaia di concerti e numerose opere liriche. Il suo repertorio comprende le più importanti composizioni strumentali e sinfoniche dal barocco al classico al romantico, particolare riguardo dedica alla musica sacra per solisti, coro e orchestra di cui ha diretto in numerosi concerti i brani più significativi e conosciuti. In campo operistico si è specializzato nell’esecuzione dell’opera italiana del settecento.

Roberta Majoni si è diplomata presso il Conservatorio Steffani di Castelfranco Veneto sotto la guida del M° Tomaello. Ha svolto attività concertistica collaborando con importanti orchestre quali la Rai di Torino (J. Tate), la Mahler Chamber Orchestra (C. Abbado), i Munkner Philarmoniker (C. Tieleman). Ha cantato come solista in Italia e all’estero in composizioni sacre di Pergolesi, Charpentier, Vivaldi, Bach, Mozart, Schubert e nelle opere Il filosofo di campagna (Pordenone) e Il mondo della Luna di Galuppi (Venezia), Così fan tutte di Mozart (Belluno), Il Barbiere di Siviglia di Rossini (Belluno, Friuli V. G. e Prato) e L’Elisir d’amore di Donizetti (Prato).

Carlo Rossi, dopo il diploma di pianoforte, Rossi ha maturato l’interesse verso la musica antica e barocca su strumenti da tasto quali il clavicembalo, l’organo e il pianoforte storico. L’approfondimento del repertorio e della trattatistica del Settecento e dell’Ottocento ha portato al diploma in clavicembalo ed al perfezionamento presso la Schola Cantorum di Basilea. Già organista titolare all’organo “G. Callido” (1770) presso la Chiesa di S. Gaetano a Treviso, Rossi tiene costantemente concerti al pianoforte in veste di solista, ed all’organo e al clavicembalo come continuista con diverse orchestre ed ensemble specializzati nell’esecuzione di musica antica e barocca su strumenti originali quali l’Accademia di San Rocco, l’Orchestra Barocca del Friuli Venezia Giulia, Orchestra Filarmonia Veneta, l’Orchestra Barocca di Venezia e l’Orchestra di Padova e del Veneto. Costante è la collaborazione in veste di organista e continuista con l’ensemble La Stagione Armonica diretta da Sergio Balestracci.

ingresso libero


PROGRAMMA

J.S. Bach:
Aria Ich folge dir gleichfalls dalla Johannes Passion (1685 – 1750)
Quia respexit humilitatem dal Magnificat in Re magg.
Aria dalla Suite n.2
Corale Ach Herr, laβ dein lieb Englein dalla Johannes Passion

G. Muffat:
Passacaglia in sol minore (dall’Apparatus Musico-Organisticus – 1690)
(1653 – 1704)

A. Vivaldi:
“Domine Deus” per soprano (dal Gloria in Re maggiore)
(1678 – 1741)

G. F. Haendel:
Aria e Variazioni “The harmonious Blacksmith” (dalla Suite N. 5 in mi maggiore HWV 430)
(1685 – 1759)

G.F. Handel:
“IX Sonata in la minore per traverso e basso conctinuo 
Adagio, Allegro, Adagio, Allegro”

G.F. Händel:
“Meine Seele hört im Sehen” per soprano, flauto e cembalo

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Il prezioso contributo del Comelico e del Cadore alla nascita della Vespa

Il prezioso contributo del Comelico e del Cadore alla nascita della Vespa 



IL PREZIOSO CONTRIBUTO DEL COMELICO E DEL CADORE ALLA NASCITA DELLA VESPA
PAOLO ZANON
Domenica 6 agosto 2017 ore 10.30
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


Paolo Zanon, veneto, nato a Portogruaro il 9 maggio del 1970, Paolo Zanon è un appassionato della Vespa, difficile da incasellare e circoscrivere in un unico termine. Oggi Zanon è conosciuto come lo storico della Vespa, ma prima di giungere a questo approccio ha conosciuto per più di vent’anni l’ebrezza del collezionista. Esaurito l’impulso del raccoglitore, 10 anni fa inizia un profondo e meticoloso lavoro di ricerca con l’intento di svelare la parte più nascosta della storia della Vespa.

Visita molte famiglie precedentemente collegate alla Piaggio ma anche diversi archivi privati e archivi di stato, studiando ed incrociando così migliaia di lettere intercorse tra i protagonisti di allora: un insieme di documenti volti a tracciare in modo dettagliato il passato del celebre scooter. Zanon diviene in seguito anche consulente della fondazione Piaggio dove non mancherà anche in questo contesto di apportare un prezioso contributo. Collabora con più riviste del settore ed è autore di tre significative pubblicazioni dello sviluppo complessivo di più di 1000 pagine. Tre opere le cui recensioni non lasciano dubbi sui contenuti, e sull’autorevolezza di questo storico che continua tuttavia a definirsi più semplicemente come un più umile archeologo della Vespa.

La paternità progettuale della Vespa viene giustamente riconosciuta al geniale ing. Corradino d’Ascanio, una figura ampiamente ricordata nella bibliografia a cui spetta in effetti il merito della maggior parte delle intuizioni destinate a rendere il popolare scooter come il più innovativo mai comparso sulla scena mondiale. D’Ascanio tuttavia si avvaleva a sua volta della collaborazione di altri validi tecnici, ma si sa, alla storia rimangono solo le gesta dei capi progetto, perché i “secondi” se sono tali anche per un soffio sono quasi sempre inevitabilmente destinati all’oblio. Esistono però fortunatamente delle figure che non si accontentano di fermarsi al primo strato della storia, ma che cercano invece come degli archeologi, le tracce delle storie nascoste e di restituire in questo modo al ricordo anche le imprese di chi sarebbe altrimenti destinato al dimenticatoio con risultato la perdita di significativi tasselli presenti in ogni grande storia. “Il prezioso contributo del Comelico e del Cadore alla nascita della Vespa” vedrà l’intervento oltre a Paolo Zanon anche del giornalista Fausto Pettinelli e del rappresentante locale dott. Alvise Giacobbi. L’incontro farà luce sui primi passi dello scooter più famoso del mondo e del ruolo di due tecnici che scesi dalle dolomiti alla fine degli anni ’20 trovarono la loro strada professionale in Toscana. Goffredo De Betta e Antonio Piazza assunti come disegnatori prima alle Officine Galileo di Firenze e poi entrambi nel ’34 presso lo stabilimento Piaggio di Pontedera, capaci e determinati riuscirono presto a ricavarsi il rispetto in azienda. Il loro percorso professionale toccò quindi  l’ambito aeronautico per approdare dopo la guerra nell’entusiasmante progetto Vespa. Per l’occasione sarà allestita una piccola mostra arricchita da pochi pezzi ma molto significativi visibile già dal giorno precedente. A contorno dell’evento, il giorno della conferenza trenta veicoli Piaggio prodotti entro il 1965 ultimo anno di contributo lavorativo dei due cadorini confluiranno nell’intima piazzetta di Pieve di Cadore antistante la Sala della Magnifica per portare il loro saluto in ricordo di chi molti decenni or sono contribuì a dar loro i natali. Uno sciame di antiche ed affascinanti Vespa, si raduneranno garbatamente nella piazza dove giungeranno anche degli Ape e persino una Vespa 400, la piccola vettura utilitaria progettata a Pontedera ma costruita in Francia. Non mancherà nemmeno un raro e pregiatissimo esemplare di Vespa 98, primo modello in assoluto costruito dalla Piaggio nel 1946.

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Duo Faretrà: Marco Mariani e Daniele Carnio

Duo Faretrà: Marco Mariani e Daniele Carnio



CONCERTO PER CLARINETTO E CONTRABBASSO
esegue: DUO FARETRA
MARCO MARIANI E DANIELE CARNIO
Sabato 5 agosto 2017- ore 21.00
Forte di Monte Ricco – Pieve di Cadore


Il Forte di Monte Ricco ospita nei suoi spazi suggestivi, sabato 5 agosto 2017 con inizio alle ore 21.00, il concerto del Duo Faretrà, con un programma di musiche del Novecento comprendente brani dal repertorio Klezmer, di Astor Piazzolla e Benny Goodmann. Marco Maraini suona il clarinetto in formazioni diverse, ma anche da solista e ha al suo attivo molti riconoscimenti; Daniele Carnio suona nelle orchestre, con all’attivo una collaborazione con prestigiose realtà musicali. Dal 2014 il Duo Faretrà sperimenta anche stili musicali lontani dalla tradizione europea. L’ingresso è libero Il pubblico potrà con l’occasione visitare il Forte e la sua mostra Fuocoapaesaggio. Il biglietto di ingresso intero ammonta a 4 euro, il ridotto a 3. Dalle 20.30 sarà attivo il servizio taxi a/r con partenza dal Museo dell’Occhiale fino al Forte di Monte Ricco.

Per info: cell. 3496638454

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Archivio famiglia Coletti: rapporto tra Treviso e il Cadore

Archivio famiglia Coletti: rapporto tra Treviso e il Cadore



ARCHIVIO FAMIGLIA COLETTI: RAPPORTO TRA TREVISO E IL CADORE
BRUNO DE DONA’
FRANCESCA GHERSETTI
LETIZIA LONZI
Sabato 5 agosto 2017 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


Bruno De Donà, giornalista e storico, Letizia Lonzi, dottore di ricerca in Storia dell’arte, Francesca Ghersetti, Fondazione Benetton Studi Ricerche dedicano la conferenza alla biblioteca e l’archivio della famiglia Coletti: un patrimonio che pone in risalto i valori espressi sul piano culturale e civile da una famiglia tra Ottocento e Novecento, collegando Treviso e il Cadore. Un viaggio nella memoria che attraversa tre generazioni quello che verrà illustrato: il racconto prenderà le mosse dalle tracce lasciate dal cadorino Isidoro Coletti (1771–1808), negoziante di legname, e arriverà fino a Fernando Coletti (1923–1997), docente di Letteratura italiana moderna e contemporanea all’Università di Venezia, con al centro la figura dominante di Luigi Coletti, patriota risorgimentale e personaggio di rilievo nella Treviso della seconda metà del XIX secolo. A testimoniare il merito di questa famiglia e il rilievo che essa ebbe sta il patrimonio di documenti, custodito nella Fondazione Benetton, di cui Francesca Ghersetti esporrà i principali contenuti per esemplificarne le molteplici valenze di fonte storica. Bruno De Donà analizzerà i personaggi di casa Coletti e le vicende che li videro protagonisti in diversi ambiti, in collegamento con il contenuto della biblioteca/archivio di famiglia, Letizia Lonzi affronterà il tema della possibile valorizzazione del fondo, attraverso il collegamento con l’archivio della Magnifica Comunità di Cadore e altri archivi locali, ipotizzando un canale di comunicazione che consenta la nascita e lo sviluppo di ulteriori progetti di ricerca.

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Le stagioni dei sentimenti tra Venezia e Roma nel cinquecento con Enrico Maria Dal Pozzolo

Le stagioni dei sentimenti tra Venezia e Roma nel cinquecento con Enrico Maria Dal Pozzolo



ENRICO MARIA DAL POZZOLO
PARTE SECONDA: LE STAGIONI DEI SENTIMENTI TRA VENEZIA E ROMA NEL CINQUECENTO
Giovedì 27 luglio 2017 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


Enrico Maria Dal Pozzolo è professore associato di storia dell’arte moderna all’Università di Verona, dove tiene i corsi di Museologia e storia del collezionismo, di Storia dell’arte veneta e di Metodologia della ricerca storico-artistica. Si occupa specificamente di pittura veneta dal Quattrocento al Settecento. È nei comitati scientifici della rivista «Venezia Cinquecento. Studi di storia dell’arte e della cultura» e della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore. E’ stato curatore di importanti mostre sulla pittura veneta. E’ curatore, insieme a un prestigioso comitato scientifico composto da Lina Bolzoni, Miguel Falomir, Silvia Gazzola, Augusto Gentili e Ottavia Niccoli, della mostra Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma, a Roma tra Palazzo Venezia e Castel Sant’Angelo (24 giugno – 17 settembre 2017), costruita intorno ad un capolavoro di Giorgione, I due amici, un doppio ritratto ormai da tempo considerato da gran parte della critica come uno dei capisaldi del maestro di Castelfranco, ma ancora poco noto rispetto alla sua straordinaria rilevanza, come punto di svolta epocale nella ritrattistica italiana del primo Cinquecento. Enrico Dal Pozzolo prosegue in questa conferenza la presentazione della mostra, illustrandone la seconda sezione, sita a Castel Sant’Angelo, negli Appartamenti papali, dove sono esposte altre opere provenienti da importanti musei del mondo, di grandi maestri del Cinquecento tra cui Tiziano, Tintoretto, Romanino, Moretto, Ludovico Carracci, Bronzino, Barocci e Bernardino Licinio. Opere che conducono il visitatore in quel labirinto esistenziale che ogni uomo porta in sé e che si riflette anche nell’esperienza amorosa, tra innamoramento e approdo matrimoniale, tra abbandono e nostalgia.

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Marica Milanesi. A oriente di Venezia. Comprare rubini sul mercato di Yangon

Marica Milanesi. A oriente di Venezia. Comprare rubini sul mercato di Yangon



A ORIENTE DI VENEZIA.
COMPERARE RUBINI SUL MERCATO DI YANGON
MARICA MILANESI
Sabato 29 luglio 2017 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


Marica Milanesi, già docente di Geografia e di Storia della geografia all’Università di Pavia, ha dedicato numerosi studi all’esperienza dell’Asia e del Nuovo mondo che si riflette nella cultura del XVI e XVII secolo: descrizioni di viaggi e scoperte, cartografia dei nuovi mondi, e produzione europea, e particolarmente veneziana, di testi geografici e di globi celesti e terrestri, carte e atlanti.

A Oriente Di Venezia: Comperare Rubini Sul Mercato Di Yangon
A fine Duecento poteva capitare che dei mercanti di pietre preziose veneziani partiti da Costantinopoli arrivassero alla corte del Gran Khan dei Mongoli, in Cina. Nel Rinascimento, le loro mete diventano l’India meridionale, con i suoi diamanti, e la Birmania, dove si vendono i rubini più belli. Il viaggio è lungo, e briganti, guerre e naufragi lo rendono avventuroso. Tornati in patria, i mercanti veneziani spesso scrivono, e pubblicano, libri di istruzioni per il mercanti, che sono anche resoconti delle proprie avventure, e vivacissime descrizioni di regni oggi perduti, o di luoghi e di monumenti che visitiamo ancor oggi con ammirazione.

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Marica Milanesi. Turbanti e berrette: i molti orienti di Venezia.

Marica Milanesi. Turbanti e berrette: i molti orienti di Venezia.



TURBANTI E BERRETTE. I MOLTI ORIENTI DI VENEZIA
MARICA MILANESI
Venerdì 28 luglio 2017 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


Marica Milanesi, già docente di Geografia e di Storia della geografia all’Università di Pavia, ha dedicato numerosi studi all’esperienza dell’Asia e del Nuovo mondo che si riflette nella cultura del XVI e XVII secolo: descrizioni di viaggi e scoperte, cartografia dei nuovi mondi, e produzione europea, e particolarmente veneziana, di testi geografici e di globi celesti e terrestri, carte e atlanti.

Turbanti E Berrette: I Molti Orienti Di Venezia
Quando dipingono un orientale, i pittori veneziani del Rinascimento gli coprono quasi sempre il capo con un grande turbante ottomano. Perfino le antiche statue di mercanti di campo Madonna dell’Orto ricevono nel ‘400 larghi turbanti di marmo bianco. Ma a oriente di Venezia non ci sono solo i grandi antagonisti di Istanbul. Greci e armeni, ebrei, curdi, turcomanni del montone bianco e del montone nero, persiani dalla berretta rossa, tartari dalla berretta verde, a Venezia sono ben conosciuti. Commercio e diplomazia, progetti politici e desideri di guadagno, portano a Venezia non uno ma molti Orienti.

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I due amici di Giorgione con Enrico Maria Dal Pozzolo

Estate Tizianesca: i due amici di Giorgione con Enrico Maria Dal Pozzolo



ENRICO MARIA DAL POZZOLO
PARTE PRIMA: I DUE AMICI DI GIORGIONE
Giovedì 27 luglio 2017 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


Enrico Maria Dal Pozzolo è professore associato di storia dell’arte moderna all’Università di Verona, dove tiene i corsi di Museologia e storia del collezionismo, di Storia dell’arte veneta e di Metodologia della ricerca storico-artistica. Si occupa specificamente di pittura veneta dal Quattrocento al Settecento. È nei comitati scientifici della rivista «Venezia Cinquecento. Studi di storia dell’arte e della cultura» e della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore. E’ stato curatore di importanti mostre sulla pittura veneta. E’ curatore, insieme a un prestigioso comitato scientifico composto da Lina Bolzoni, Miguel Falomir, Silvia Gazzola, Augusto Gentili e Ottavia Niccoli, della mostra Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma, a Roma tra Palazzo Venezia e Castel Sant’Angelo (24 giugno – 17 settembre 2017), costruita intorno ad un capolavoro di Giorgione, I due amici, un doppio ritratto ormai da tempo considerato da gran parte della critica come uno dei capisaldi del maestro di Castelfranco, ma ancora poco noto rispetto alla sua straordinaria rilevanza, come punto di svolta epocale nella ritrattistica italiana del primo Cinquecento. Rispetto ai precedenti, non solo veneti, si contraddistingue infatti per un’inedita sintesi di elementi che ne fanno l’archetipo di una nuova idea del ritratto, che intende sottolineare lo stato d’animo e l’espressione dei sentimenti d’amore.

L’opera appare strettamente legata ad un particolare clima culturale, quello della gioventù patrizia lagunare nel momento “edonistico” di massima espansione politica, alla vigilia del radicale ridimensionamento a cui sarà costretta la Serenissima. Il doppio ritratto di Giorgione è conservato nelle collezioni di Palazzo Venezia, ma è attestato a Roma fin dall’inizio del Seicento, a testimonianza dei fili storici che legano la figura di Giorgione a Roma, nel quadro di una rete, ben più ampia, dei rapporti intercorsi tra Venezia e la Città eterna, che ebbero il loro palcoscenico privilegiato proprio nel Palazzo di Venezia, come si dovrebbe più propriamente definire quella che era la prima dimora romana di un accertato collezionista, e con ogni probabilità anche committente, del pittore di Castelfranco: ossia il cardinale Domenico Grimani, con papa Paolo II Barbo uno dei personaggi chiave dei rapporti politici, diplomatici e culturali tra i due stati tra la fine del Quattrocento e i primi due decenni del Cinquecento.

Ed è proprio nell’Appartamento Barbo che si sviluppa la prima sezione della mostra, dedicata a quelle vicende storiche e alla straordinaria novità de i due amici di Giorgione nelle vicende artistiche del primo ‘500. Della seconda sezione della mostra Enrico Dal Pozzolo parlerà Domenica 30 luglio alle ore 21.00, sempre nella Sala della Magnifica Comunità di Cadore.

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Estate Tizianesca: Anna Tonini e Stefano Trevisi in concerto

Estate Tizianesca: Anna Tonini e Stefano Trevisi in concerto


 


NOTE IN CALCE. PAGINE DI MUSICA PAGINE DI LETTERATURA

Concerto di
ANNA TONINI, flauto traversiere
STEFANO TREVISI, spinetta
Sabato 22 luglio, 2017 ore 21.00
Sala Magnifica Comunità di Cadore – Pieve di Cadore


ANNA TONINI
Trevigiana, ha compiuto gli studi musicali diplomandosi in Pianoforte presso il Conservatorio “ B. Marcello”di Venezia sotto la guida del M° F. Bencivenga. Spinta da vivo interesse verso altre forme sonore, si è dedicata allo studio del flauto traverso, con il M° Daniele Ruggieri, diplomandosi in breve tempo presso il Conservatorio di Vicenza. Successivamente ha partecipato ai corsi di perfezionamento dei Maestri E. Caroli, ottenendo il diploma di merito, di O. Zaralli , ai corsi del flautista P. Gallois e ai Master tenuti dal M° C. Klemm. Ha suonato in diverse formazioni orchestrali in occasione di allestimenti lirici e sinfonici a Belluno e Pordenone in qualità di primo flauto e cameristiche in varie formazioni dal duo al quartetto. Con il quartetto “Sirinx”, fondato dal flautista E. Caroli, ha ottenuto diversi riconoscimenti, tra cui primi premi assoluti, in concorsi nazionali e internazionali di musica da camera. Laureata con lode in Musicologia presso l’Università Ca’ Foscari di Venezia, collabora come pianista e flautista in diverse formazioni musicali, ha scritto numerosi articoli e recensioni di musica classica e curato monografie per la rivista culturale “Finnegans Magazine”. Confondatrice del “Banco del Bagatto” composto da artisti della musica, del teatro, della letteratura, delle arti figurative, la danza, il cinema e la fotografia condivide la scelta della divulgazione delle arti, sia storiche che di innovazione. Si dedica attivamente allo studio e l’innovazione della didattica della musica.

STEFANO TREVISI
Si è diplomato in pianoforte principale presso il Conservatorio “B. Marcello” di Venezia sotto la guida della professoressa Anna Colonna Romano. Ha seguito corsi di perfezionamento di pianoforte e musica da camera con B. Lagace, J. Ph. Tiollier, G. Gorog e A. Meunier. Ha studiato direzione di coro con Primo Beraldo e canto gregoriano e musicologia sacra e sacra Liturgia con Giulio Cattin. Ha intrapreso lo studio del clavicembalo sotto la guida della professoressa Paola Erdas. Contemporaneamente ha compiuto gli studi di Filologia Medievale ed Umanistica presso l’Università di Padova. È docente di pianoforte presso il Dipartimento Musicale del Collegio Pio X di Treviso di cui è coordinatore dei corsi internazionali. Nel 2013 è stato chiamato dalla Fondazione Benetton Studi Ricerche a dirigere artisticamente il progetto “Musica antica in casa Cozzi” che vede ospiti gli interpreti mondiali più importanti della musica antica impegnati in una attività di corsi di alta formazione. Per Fondazione Benetton Studi Ricerche segue il Festival di musica antica Giugno Antico. Ha creato e dirige il Festival Nuove Musiche dedicato al recupero delle antiche Chiese medievali del territorio trevigiano. Svolge attività concertistica sia da solista che in formazione cameristica. Ha creato e dirige il gruppo vocale Kalicantus Ensemble specializzato nell’esecuzione della musica dei secoli XIV-XVI. E’ responsabile della pagina culturale della rivista

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Boschi di Carta: le escursioni

Boschi di Carta: le escursioni



MONTE ZUCCO

DESCRIZIONE ITINERARIO
Ci porteremo con l’auto alla Fontana del Sasso (quota 950). Da qui a breve andremmo a Vedere il Forte di Col Vaccher, opera di sbarramento durante la Prima Guerra Mondiale. Proseguiremo verso il Col Vaccher per salire lungo una mulattiera che si porterà sulla sommità del Monte Zucco (quota 1196m). Stupendo panorama sul Cadore, Val Boite e l’abitato di Perarolo. La discesa è lungo la strada sterrata che ci riporta alla Fontana del Sasso.

CURIOSITA’: COL VACCHER
Costruito prima del 1885, scopo principale dell’opera a Col Vaccher era di controllare la valle del Boite nel tratto di strada verso Tai. Davanti al fianco sinistro correva un fossato d’impedimento largo 5 metri ed altrettanto profondo, con controscarpa in muratura. Il fossato di gola era attraversato da un ponte rilevabile che permetteva l’accesso all’entrata principale, sbarrata da un portone di legno coperto di lamiera di ferro, e quindi al cortile e agli adiacenti vani. La prerogativa del forte era un marcato effetto frontale durante la Prima Guerra Mondiale. La facciata prendeva d’infilata la valle del Boite e la carrabile da Valle di Cadore alla stretta de La Chiusa, mentre sulla sponda sinistra del torrente copriva i pendii e la strada d’accesso a sud dei fienili Costa Piana. Il fianco destro copriva la zona circostante il Rio Secco ed i pendii di Nebbiù e Vissà, e la sella di Tai: a tal proposito gli Austriaci ritenevano molto probabile il piazzamento di cannoni su affusti girevoli fissi in corrispondenza delle luci delle casematte del fianco e della gola.

Contatti Amm.: Leila 347 9093597

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CHIESETTA DI SAN DIONISIO

DESCRIZIONE ITINERARIO
Partenza dal Rifugio Costa Piana (quota 1526m) da dove inizieremo a percorrere una tipica mulattiera militare. Lungo la strada allacceremo un sentiero che scende verso Forcella Antracisa per poi risalire verso il Rifugio Antelao (quota 1796m). Dal Rifugio saliremo verso la chiesetta di San Dionisio (quota 1946m).

CURIOSITA’: CHIESETTA DI S. DIONISIO
La chiesa con il tempo divenne un simbolo di pace per l’intero territorio, anche perché San Dionisio fu scelto quale protettore del Cadore. Con il trascorrere dei secoli, la chiesa, alla quale non fu fatta molta manutenzione, alla fine del 1800 era diventato poco più di un rudere. Nonostante ciò nel 1882 sul monte San Dionisio arrivò per una visita, anche la Regina Margherita di Savoia che in quel tempo era in villeggiatura a Perarolo. L’interesse dimostrato dalla gente in quel periodo fece si che nascesse l’iniziativa di una raccolta fondi per il restauro della chiesetta. Una raccolta che si concretizzò negli anni successivi, permettendo che fosse ricostruita e il 31 agosto 1910 riconsacrata. Pochi anno dopo, nel 1914, arrivò a San Dionisio anche Re Alberto del Belgio. Da allora, grazie a varie persone amiche di San Dionisio, la chiesa fu mantenuta in ordine ed in grado di accogliere sempre più dignitosamente i pellegrini.

RIFUGIO ANTELAO
Rifugio di proprietà del CAI di Treviso, costruito dall’alpinista e scrittrice Giovanna Zangrandi nel 1948 durate la lotta partigiana. Un luogo spettacolare e punto di passaggio tra il Cadore e la Val Boite, dove ad est vedremo la montagna più alta e simbolo del Cadore (3264m) e chiamata anche il Re delle Dolomiti.

MONTE ANTELAO
Questo massiccio montuoso, il Re delle Dolomiti, raggiunge la massima quota delle Dolomiti del Cadore, m.3264 ed è la seconda cima delle dolomiti dopo la “regina” Marmolada. Dalle sue pendici tragiche slavine, in tempi remoti, hanno distrutto in varie fasi intere paesini. Nella parte settentrionale del gruppo sono presenti due ghiacciai. La parte sommitale è caratterizzata da quattro punte, oltre alla cima Antelao si trovano le Punte Fanton, Chiggiato e Menini. La cima fu raggiunta per la prima volata nel 1850 dal cacciatore sanvitese Matteo Ossi. Nel 1886 il Capitano Menini, con altri alpinisti, sale il canalone ghiacciato del versante nord fino alla forcella di cresta ora chiamata a su ricordo. Nel 1913 i fratelli Umberto e Luisa Fanton compiono la prima attraversata del massiccio salendo dapprima la punta che porta il loro nome e poi attraversando le altre due e raggiungere la vetta per la via Menini. Dalla vetta c’è un panorama grandioso e se il cielo è limpido si distinguono chiaramente il Mar Adriatico e la Laguna Veneta.

Contatti Amm.: Leila 347 9093597

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RIZZIOS/GREA

DESCRIZIONE ITINERARIO
Partenza dalla Borgata di Rizzios, caratteristico borgo cadorino, da dove ci inoltreremo nel bosco per raggiungere l’abitato di Grea, zona molto panoramica, da qui scenderemo nuovamente verso Rizzios per poi raggiungere località Molinà. Poi risaliamo verso l’abitato di Calalzo di Cadore per la scalinata dell’Alpin.

CURIOSITA’: BORGATA RIZZIOS
E’ una antica borgata di Calalzo. La borgata di Rizzios permette tuttora di osservare quali fossero le caratteristiche dell’antico abitato cadorino, come: la disponibilità di una fonte d’acqua; l’esposizione a mezzogiorno delle case a riparo da venti, valanghe e frane. Le abitazioni erano costruite sul terreno più ripido e povero di terra, mentre quello meno pendente e produttivo, veniva disboscato ed coltivato con cereali, legumi, patate e quant’altro servisse alla comunità. Le case con struttura portante in pietra legate con malta di calce, potevano essere nei piani rialzati in travatura e assi di legno. La copertura del tetto era in scandole, tavolette di legno che, una volta consumate potevano essere girate o capovolte e riutilizzate. Le falde erano due e scaricavano lateralmente neve ed acque meteoriche, convogliate a volte sul sentiero d’accesso a forma di “canaletta”. La zona fuoco era a pianoterra, alimentata a legna e sopraelevata dal pavimento di circa 40 cm.; era attorniata da panche e il fumo fuoriusciva da una cappa sovrastante. Questa piccola borgata, ebbe in sorte di essere patria di uomini d’ingegno come i fratelli Frescura, fondatori della prima fabbrica d’occhiali del Cadore e d’Italia alla fine dell’ottocento.

BORGATA DI GREA
Grea è una frazione del comune di Domegge di Cadore, il cui nome deriva dalla grava o ghiaia di cui è composta un’antica frana del periodo glaciale, sulla quale è edificato l’abitato. La strada a tornanti costruita negli anni sessanta, contribuì allo sviluppo e alla maggiore visibilità ad un paese quasi isolato e difficilmente raggiungibile d’inverno. Essa fu fortemente voluta dallo scomparso Pietro Frescura (allora comproprietario di un occhialeria), ma non condivisa da tutti in particolare dai proprietari dei fondi, perché esisteva ancora una mentalità radicata sull’economia di tipo agricolo e pertanto la sottrazione di terreno agricolo era vista negativamente. Nel corso degli anni, a seguito dei danni provocati ad oltre 100 abitazioni di Vallesella, da parte del lago artificiale Centrocadore, una parte del paese fu ricostruito sui primi tornanti della strada che porta a Grea. Qui si possono vedere rari e preziosi esempi di antiche case cadorine in pietra e legno nonché godere di uno splendido panorama sul lago ed i magnifici boschi di larici e faggi della zona. La Chiesa di San Leonardo, in stile gotico, risale al 1430 ed è posizionata a circa 912 m di altitudine. Si tratta di un edificio con tetto in legno, sotto la tutela delle Belle Arti. Il campanile fu edificato successivamente, attorno al 1700. Vicino al campanile e verso il lato sud-est, fino alla fine del Settecento si trovava il cimitero del Paese che successivamente fu trasferito fuori dal Paese, a qualche centinaia di metri a nord-ovest della chiesa. La chiesa di Sant’Antonio, costruita nel bosco a pochi passi dal paese fu edificata con le rimesse degli emigranti e coi proventi raccolti grazie alla tradizione del maiale di S. Antonio, ovvero un maiale che in tempi passati veniva allevato dal paese e il cui ricavato servivano per costruire la chiesa. Piazza IV Novembre, caratteristica per la sua fontana che serviva all’abbeveraggio del bestiame e l’approvvigionamento dell’acqua per usi domestici, visto che al tempo non c’era l’acqua in casa.

Contatti Amm.: Leila 347 9093597

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LAGOLE E LE SUE MERAVIGLIE NATURALISTICHE

Equipaggiamento
Scarpe comode, anche da ginnastica, abbigliamento consono per escursione per sentieri di media montagna.

La quota comprende
Guida-accompagnatore, assicurazione Rc a carico della guida/accompagnatore.

La quota non comprende
Servizio di mezza pensione presso la/e struttura/e ricettiva/ e proposta/e, noleggio materiali, servizi di trasporto, mance, entrata in museo, extra personali e tutto quanto non espressamente menzionato in ‘la quota comprende’.

Compenso Guida Accompagnatore
20 euro a persona per escursione di tre ore.

Vi voglio illustrare una giornata tipica, a pochi passi dal vostro soggiorno. Faremo una escursione di dislivello minimo in salita ad ammirare le bellezze delle montagne del Cadore, sulle sponde del suo lago. Tappa fondamentale sarà sicuramente Lagole, sito archeologico di grande rilevanza storica e naturalistica!!! La caratteristica più tipica della località è costituita da numerose sorgenti di acque minerali, comprese in un diametro di un centinaio di metri. Le acque dal caratteristico odore di zolfo, sono classificate come “minerali – bicarbonato-solfato-alcalino-terrose”; e scorrono a spaglio in superficie, lasciando nell’area di scorrimento un sottile strato di alghe di colore rossastro, le cui ceneri hanno evidenziato una consistente concentrazione di ferro, calcio e magnesio. In questa località, resa unica da caratteristiche naturali tanto straordinarie, sorse alcuni secoli prima della nascita di Cristo un santuario, costruito da genti paleovenete in onore di una divinità, Trimusiate, cui erano riconosciuti poteri sananti. Ad essa si rivolgevano i devoti per chiedere salute e protezione,lasciando doni ed offerte in segno di gratitudine. Visiteremo il museo dell’Archeologia in Magnifica, riguardante tutta la parte di storia della zona e la parte dei ritrovamenti sul sito visitato a Lagole.

Contatti: Giuliano Baracco 349 3258436

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