Boschi di Carta: le escursioni



MONTE ZUCCO

DESCRIZIONE ITINERARIO
Ci porteremo con l’auto alla Fontana del Sasso (quota 950). Da qui a breve andremmo a Vedere il Forte di Col Vaccher, opera di sbarramento durante la Prima Guerra Mondiale. Proseguiremo verso il Col Vaccher per salire lungo una mulattiera che si porterà sulla sommità del Monte Zucco (quota 1196m). Stupendo panorama sul Cadore, Val Boite e l’abitato di Perarolo. La discesa è lungo la strada sterrata che ci riporta alla Fontana del Sasso.

CURIOSITA’: COL VACCHER
Costruito prima del 1885, scopo principale dell’opera a Col Vaccher era di controllare la valle del Boite nel tratto di strada verso Tai. Davanti al fianco sinistro correva un fossato d’impedimento largo 5 metri ed altrettanto profondo, con controscarpa in muratura. Il fossato di gola era attraversato da un ponte rilevabile che permetteva l’accesso all’entrata principale, sbarrata da un portone di legno coperto di lamiera di ferro, e quindi al cortile e agli adiacenti vani. La prerogativa del forte era un marcato effetto frontale durante la Prima Guerra Mondiale. La facciata prendeva d’infilata la valle del Boite e la carrabile da Valle di Cadore alla stretta de La Chiusa, mentre sulla sponda sinistra del torrente copriva i pendii e la strada d’accesso a sud dei fienili Costa Piana. Il fianco destro copriva la zona circostante il Rio Secco ed i pendii di Nebbiù e Vissà, e la sella di Tai: a tal proposito gli Austriaci ritenevano molto probabile il piazzamento di cannoni su affusti girevoli fissi in corrispondenza delle luci delle casematte del fianco e della gola.

Contatti Amm.: Leila 347 9093597

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CHIESETTA DI SAN DIONISIO

DESCRIZIONE ITINERARIO
Partenza dal Rifugio Costa Piana (quota 1526m) da dove inizieremo a percorrere una tipica mulattiera militare. Lungo la strada allacceremo un sentiero che scende verso Forcella Antracisa per poi risalire verso il Rifugio Antelao (quota 1796m). Dal Rifugio saliremo verso la chiesetta di San Dionisio (quota 1946m).

CURIOSITA’: CHIESETTA DI S. DIONISIO
La chiesa con il tempo divenne un simbolo di pace per l’intero territorio, anche perché San Dionisio fu scelto quale protettore del Cadore. Con il trascorrere dei secoli, la chiesa, alla quale non fu fatta molta manutenzione, alla fine del 1800 era diventato poco più di un rudere. Nonostante ciò nel 1882 sul monte San Dionisio arrivò per una visita, anche la Regina Margherita di Savoia che in quel tempo era in villeggiatura a Perarolo. L’interesse dimostrato dalla gente in quel periodo fece si che nascesse l’iniziativa di una raccolta fondi per il restauro della chiesetta. Una raccolta che si concretizzò negli anni successivi, permettendo che fosse ricostruita e il 31 agosto 1910 riconsacrata. Pochi anno dopo, nel 1914, arrivò a San Dionisio anche Re Alberto del Belgio. Da allora, grazie a varie persone amiche di San Dionisio, la chiesa fu mantenuta in ordine ed in grado di accogliere sempre più dignitosamente i pellegrini.

RIFUGIO ANTELAO
Rifugio di proprietà del CAI di Treviso, costruito dall’alpinista e scrittrice Giovanna Zangrandi nel 1948 durate la lotta partigiana. Un luogo spettacolare e punto di passaggio tra il Cadore e la Val Boite, dove ad est vedremo la montagna più alta e simbolo del Cadore (3264m) e chiamata anche il Re delle Dolomiti.

MONTE ANTELAO
Questo massiccio montuoso, il Re delle Dolomiti, raggiunge la massima quota delle Dolomiti del Cadore, m.3264 ed è la seconda cima delle dolomiti dopo la “regina” Marmolada. Dalle sue pendici tragiche slavine, in tempi remoti, hanno distrutto in varie fasi intere paesini. Nella parte settentrionale del gruppo sono presenti due ghiacciai. La parte sommitale è caratterizzata da quattro punte, oltre alla cima Antelao si trovano le Punte Fanton, Chiggiato e Menini. La cima fu raggiunta per la prima volata nel 1850 dal cacciatore sanvitese Matteo Ossi. Nel 1886 il Capitano Menini, con altri alpinisti, sale il canalone ghiacciato del versante nord fino alla forcella di cresta ora chiamata a su ricordo. Nel 1913 i fratelli Umberto e Luisa Fanton compiono la prima attraversata del massiccio salendo dapprima la punta che porta il loro nome e poi attraversando le altre due e raggiungere la vetta per la via Menini. Dalla vetta c’è un panorama grandioso e se il cielo è limpido si distinguono chiaramente il Mar Adriatico e la Laguna Veneta.

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RIZZIOS/GREA

DESCRIZIONE ITINERARIO
Partenza dalla Borgata di Rizzios, caratteristico borgo cadorino, da dove ci inoltreremo nel bosco per raggiungere l’abitato di Grea, zona molto panoramica, da qui scenderemo nuovamente verso Rizzios per poi raggiungere località Molinà. Poi risaliamo verso l’abitato di Calalzo di Cadore per la scalinata dell’Alpin.

CURIOSITA’: BORGATA RIZZIOS
E’ una antica borgata di Calalzo. La borgata di Rizzios permette tuttora di osservare quali fossero le caratteristiche dell’antico abitato cadorino, come: la disponibilità di una fonte d’acqua; l’esposizione a mezzogiorno delle case a riparo da venti, valanghe e frane. Le abitazioni erano costruite sul terreno più ripido e povero di terra, mentre quello meno pendente e produttivo, veniva disboscato ed coltivato con cereali, legumi, patate e quant’altro servisse alla comunità. Le case con struttura portante in pietra legate con malta di calce, potevano essere nei piani rialzati in travatura e assi di legno. La copertura del tetto era in scandole, tavolette di legno che, una volta consumate potevano essere girate o capovolte e riutilizzate. Le falde erano due e scaricavano lateralmente neve ed acque meteoriche, convogliate a volte sul sentiero d’accesso a forma di “canaletta”. La zona fuoco era a pianoterra, alimentata a legna e sopraelevata dal pavimento di circa 40 cm.; era attorniata da panche e il fumo fuoriusciva da una cappa sovrastante. Questa piccola borgata, ebbe in sorte di essere patria di uomini d’ingegno come i fratelli Frescura, fondatori della prima fabbrica d’occhiali del Cadore e d’Italia alla fine dell’ottocento.

BORGATA DI GREA
Grea è una frazione del comune di Domegge di Cadore, il cui nome deriva dalla grava o ghiaia di cui è composta un’antica frana del periodo glaciale, sulla quale è edificato l’abitato. La strada a tornanti costruita negli anni sessanta, contribuì allo sviluppo e alla maggiore visibilità ad un paese quasi isolato e difficilmente raggiungibile d’inverno. Essa fu fortemente voluta dallo scomparso Pietro Frescura (allora comproprietario di un occhialeria), ma non condivisa da tutti in particolare dai proprietari dei fondi, perché esisteva ancora una mentalità radicata sull’economia di tipo agricolo e pertanto la sottrazione di terreno agricolo era vista negativamente. Nel corso degli anni, a seguito dei danni provocati ad oltre 100 abitazioni di Vallesella, da parte del lago artificiale Centrocadore, una parte del paese fu ricostruito sui primi tornanti della strada che porta a Grea. Qui si possono vedere rari e preziosi esempi di antiche case cadorine in pietra e legno nonché godere di uno splendido panorama sul lago ed i magnifici boschi di larici e faggi della zona. La Chiesa di San Leonardo, in stile gotico, risale al 1430 ed è posizionata a circa 912 m di altitudine. Si tratta di un edificio con tetto in legno, sotto la tutela delle Belle Arti. Il campanile fu edificato successivamente, attorno al 1700. Vicino al campanile e verso il lato sud-est, fino alla fine del Settecento si trovava il cimitero del Paese che successivamente fu trasferito fuori dal Paese, a qualche centinaia di metri a nord-ovest della chiesa. La chiesa di Sant’Antonio, costruita nel bosco a pochi passi dal paese fu edificata con le rimesse degli emigranti e coi proventi raccolti grazie alla tradizione del maiale di S. Antonio, ovvero un maiale che in tempi passati veniva allevato dal paese e il cui ricavato servivano per costruire la chiesa. Piazza IV Novembre, caratteristica per la sua fontana che serviva all’abbeveraggio del bestiame e l’approvvigionamento dell’acqua per usi domestici, visto che al tempo non c’era l’acqua in casa.

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LAGOLE E LE SUE MERAVIGLIE NATURALISTICHE

Equipaggiamento
Scarpe comode, anche da ginnastica, abbigliamento consono per escursione per sentieri di media montagna.

La quota comprende
Guida-accompagnatore, assicurazione Rc a carico della guida/accompagnatore.

La quota non comprende
Servizio di mezza pensione presso la/e struttura/e ricettiva/ e proposta/e, noleggio materiali, servizi di trasporto, mance, entrata in museo, extra personali e tutto quanto non espressamente menzionato in ‘la quota comprende’.

Compenso Guida Accompagnatore
20 euro a persona per escursione di tre ore.

Vi voglio illustrare una giornata tipica, a pochi passi dal vostro soggiorno. Faremo una escursione di dislivello minimo in salita ad ammirare le bellezze delle montagne del Cadore, sulle sponde del suo lago. Tappa fondamentale sarà sicuramente Lagole, sito archeologico di grande rilevanza storica e naturalistica!!! La caratteristica più tipica della località è costituita da numerose sorgenti di acque minerali, comprese in un diametro di un centinaio di metri. Le acque dal caratteristico odore di zolfo, sono classificate come “minerali – bicarbonato-solfato-alcalino-terrose”; e scorrono a spaglio in superficie, lasciando nell’area di scorrimento un sottile strato di alghe di colore rossastro, le cui ceneri hanno evidenziato una consistente concentrazione di ferro, calcio e magnesio. In questa località, resa unica da caratteristiche naturali tanto straordinarie, sorse alcuni secoli prima della nascita di Cristo un santuario, costruito da genti paleovenete in onore di una divinità, Trimusiate, cui erano riconosciuti poteri sananti. Ad essa si rivolgevano i devoti per chiedere salute e protezione,lasciando doni ed offerte in segno di gratitudine. Visiteremo il museo dell’Archeologia in Magnifica, riguardante tutta la parte di storia della zona e la parte dei ritrovamenti sul sito visitato a Lagole.

Contatti: Giuliano Baracco 349 3258436

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