Un falso santo a New York

Tiziano (attribuito a), Cadmo e il drago, già San Teodoro (ca. 1560), penna e inchiostro bruno, Pierpont Morgan Library, New York

Un disegno della Pierpont Morgan Library di New York, se non autografo di Tiziano sicuramente nato nella sua bottega verso il 1560, mostra una scena a prima vista enigmatica: in un ameno paesaggio un giovane guerriero colto di spalla allarga le braccia in segno di spavento. Indossa una corazza all’antica e regge con la sinistra una corta lancia. Davanti a lui un drago che, in quanto chiaramente morto, in realtà non dovrebbe più destare troppa paura.

Un san Giorgio appiedato e privo della sua armatura da cavaliere medioevale? Oppure un san Teodoro, patrono di Venezia prima dell’avvento dell’evangelista Marco? Probabilmente né l’uno né l’altro, anche perché entrambi sì uccisori di un dragone, ma protagonisti di vicende del tutto diverse. Proviamo a percorrere un’altra pista.

Un ragazzo molto simile per posa e abbigliamento ritorna infatti in un famoso dipinto tizianesco quasi esattamente coevo. Di recente acquisito congiuntamente dalla National Gallery di Londra e dalla National Gallery of Scotland di Edimburgo, illustra un mito ovidiano: la disavventura di Atteone, comprensibilmente spaventato quando scopre Diana e le sue ninfe che fanno il bagno. L’artista, nel periodo in questione, leggeva dunque le Metamorfosi e in particolare doveva tenere aperto il terzo libro: laddove si narra la storia dello sfortunato cacciatore trasformato in cervo e sbranato dai suoi propri cani per aver violato il secreto della dea.

Da lì, basta però voltare indietro qualche pagina per imbattersi in una storia che calzi a pennello con quella raccontata nel foglio newyorkese. Cadmo, contemplando un drago che ha appena ammazzato, rabbrividisce allorché lo apostrofa una voce misteriosa, quella di Minerva che gli predice un terribile destino: lui stesso verrà trasformato in un serpente. Ecco il motivo del timore concepito dal nostro giovane! E, per sopramercato, Cadmo non è nientemeno che il nonno di Atteone! Perduta la sua (invisibile) aureola, l’eroe del disegno americano recupera così la sua vera (mitologica) identità.

Il contributo si deve a Peter Lüdemann