Ma che belle le poesie ovidiane di Tiziano, anche in bianco e nero!

Cornelis Cort  (Hoorn o Edam, 1533 ? – Roma, 1578 ?) da Tiziano Vecellio e bottega, Diana e Callisto, bulino su carta beige

Le sorprendenti poesie ovidiane di Tiziano, oggi riunite per la prima volta alla National Gallery di Londra, furono eseguite per Filippo II  intorno alla metà degli anni cinquanta del Cinquecento e sono così chiamate perché hanno per tema alcuni episodi delle Metamorfosi di Ovidio, un vero e proprio compendio di racconti mitologici di età greco-romana, che nei secoli ha ispirato moltissimi artisti.

Fin da subito esse riscossero un grande successo, presto intuito dallo stesso maestro cadorino, che negli anni aveva ingaggiato una serie di valenti xilografi e incisori che lavoravano alle sue dipendenze, riproducendo a mezzo stampa le sue invenzione più felici, spesso inviate come doni diplomatici ai sovrani di mezza Europa.

La Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore di Pieve di Cadore possiede due preziose incisioni a bulino della Diana e Callisto, una delle poesie ovidiane più celebri e lodate dalle fonti, eseguite dal disegnatore e incisore olandese Cornelis Cort, che divenne uno dei più stretti collaboratori del maestro, di cui elaborava i disegni da esser messi sotto al torchio sotto la sua stretta sorveglianza e solo dopo la sua approvazione. Una delle due versioni del soggetto risulta firmata e datata 1566, proprio l’anno in cui il Vecellio, da scaltro imprenditore dell’immagine quale era, riuscì ad ottenere dalla Signoria veneziana un Privilegio di stampa, da intendersi quasi come un primo passo verso il moderno ‘diritto d’autore’.

Le poesie ovidiane ebbero un tale successo nei secoli che furono più volte riprodotte, anche in uno dei più sontuosi cataloghi illustrati di una collezione privata, quella ricchissima del duca Filippo d’Orléans, reggente di Francia, edito a Parigi tra il 1786 e il 1808, di cui la Fondazione possiede una grande e raffinata acquaforte che riproduce la maestosa tela con il Perseo e Andromeda della Wallace Collection di Londra, ora pure presente nell’esposizione londinese.

Il contributo si deve a Francesca Cocchiara
Curatrice della collezione di stampe della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore