L’importanza di tenere aperti i musei


Tiziano, Omaggio a Venere, 1518-1519, Museo del Prado, Madrid

L’archeologo e storico dell’arte Salvatore Settis ha recentemente proposto al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con un appello pubblicato sul Corriere della Sera, di riaprire i musei e riaprirli gratis. Secondo lo studioso la scelta del Governo di chiudere i musei ignora il grande bisogno dei cittadini di avvicinarsi alla cultura. “La memoria culturale”, scrive Settis, “ci ricorda quel che eravamo e ci proietta verso il futuro. Ci dona ricchezza interiore, speranza, creatività. Non sana le ferite, ma le cura e le allevia”.

Chiudere le istituzioni museali significa “confinare” e costringere le opere ad una vita solitaria tra le mura dei musei. Qualche eccezione alla chiusura nel panorama europeo esiste: rimane aperto il Museo del Prado, come altri musei spagnoli, che nel rispetto della sicurezza sanitaria consente ai visitatori di apprezzare e trovare “conforto” tra le proprie sale espositive. Tra i numerosi capolavori che i visitatori possono ammirare, vi sono le opere di Tiziano Vecellio, che sono circa una quarantina. Ricordiamo il celeberrimo ritratto di Carlo V a cavallo (1548), Venere e Adone (1554) la prima delle Poesie tizianesche realizzata per il re di Spagna, Filippo II, o ancora Danae e la pioggia d’oro (1560-1565).

Tra le opere custodite c’è L’omaggio a Venere, dove una moltitudine di amorini si raduna intorno alla statua della dea per fare delle offerte di frutta. Il dipinto iniziato nel 1518 rappresenta il primo contributo di Tiziano per il Camerino d’Alabastro di Alfonso I d’Este, duca di Ferrara e successivamente finito nelle collezioni della casa reale spagnola. Ispirato al sesto libro delle Immagini di Filostrato, l’Omaggio a Venere rappresenta il primo tentativo del pittore ispirato all’antico.

L’attenzione è tutta concentrata sulla folta schiera di amorini che occupano gran parte della metà inferiore della tela, ma anche il paesaggio sullo sfondo, grazie alle grandi abilità di Tiziano, non rimane un elemento di secondaria importanza. Un capolavoro che il visitatore potrà ammirare quasi in solitudine così da lasciarsi trasportare dall’atmosfera di festa e dalla vitalità degli amorini.

Il rapporto che si crea tra il visitatore e l’opera d’arte diviene oggi importante, quindi mantenere aperto un museo in tempo di pandemia significa offrire un’occasione creativa, nonché una chiave per comprendere culture, origini, evoluzione sociale e il mondo che ci circonda. Così il Museo del Prado con la sua apertura sembra voglia inviare un forte monito: l’arte è stata, è e sarà in grado sempre di curare l’anima e la mente e potrà aiutare il mondo a mantenere accesa la fiducia nel futuro.