Le stelle di Lorenzo Lotto
Martedì 24 luglio 2018 ore 18.00
Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore
Enrico Maria Dal Pozzolo è professore associato di storia dell’arte moderna all’Università di Verona, dove tiene i corsi di Museologia e storia del collezionismo, di Storia dell’arte veneta e di Metodologia della ricerca storico-artistica. Si occupa specificamente di pittura veneta dal Quattrocento al Settecento. È nei comitati scientifici della rivista «Venezia Cinquecento. Studi di storia dell’arte e della cultura» e della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore. E’ stato curatore di importanti mostre sulla pittura veneta.
Il Museo del Prado e la National Gallery di Londra organizzano congiuntamente un mostra dedicata a uno degli artisti più affascinanti e singolari del Cinquecento italiano. I ritratti elaborati da Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1557) si distinguono per la loro invenzione compositiva e la penetrazione psicologica, nonché per la loro rivelazione di una vita interiore inquieta.
Durante la sua vita, ha usato una grande varietà di tipologie. Il simbolismo, evidente o nascosto, dei suoi ritratti e la sua profondità psicologica sono due degli aspetti che definiscono il Lotto.
Un altro si manifesta nell’importanza che dava agli oggetti per definire lo stato, i gusti e le aspirazioni delle persone che immortalava. Oltre al suo ruolo di ritrattista, si dedicò anche alla pittura religiosa.
Fu l’autore delle tre Sacre Conversazioni per le chiese di Santo Stefano, del Santo Spirito e di San Bernardino di Bergamo. Il suo stile fortemente espressivo ed estraneo al classicismo caratteristico dell’espressione del sentimento religioso lo rese un pittore molto singolare per l’epoca.
Nella conferenza di Enrico Dal Pozzolo si introduce in generale la figura e la produzione di Lorenzo Lotto, uno dei protagonisti della pittura del Rinascimento europeo, sulla cui ritrattistica si sta svolgendo una mostra al Prado che poi passerà in novembre alla National Gallery di Londra. Nato a Venezia nel 1480/81, morì a Loreto nel 1556, dopo una vita solitaria ed errabonda, molto diversa – per peripezie e fortune – da quella di Tiziano.
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