Tintoretto: l'uomo, l'artista e il suo pubblico nella Venezia del Cinquecento

Tintoretto: l’uomo, l’artista e il suo pubblico nella Venezia del Cinquecento

STEFANIA MASON

Venerdì 17 agosto 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


Nel V° centenario della nascita dell’artista e in vista delle grandi mostre su Tintoretto che apriranno a settembre, Stefania Mason intende ripercorrere la biografia del grande protagonista della pittura veneziana nel vivace contesto sociale, economico e culturale in cui si trova a operare. Seguirà così la sfida continua del figlio del tintore, orgoglioso di tale origine, unico autentico veneziano tra i pittori del suo tempo, intimamente connesso al suo luogo di nascita, dove è concentrata la maggior parte della sua produzione, con le facciate dei palazzi da affrescare, le chiese e le Scuole grandi e piccole da ornare con le sue tele. Ricostruirà la sua fisionomia di uomo: il padre di una numerosa famiglia da mantenere, l’artista con la sua grande ambizione, la politica disinvolta dei prezzi e la creazione di una grande bottega.

Stefania Mason, professoressa emerita di Storia dell’arte all’Università di Udine, le sue ricerche si sono indirizzate soprattutto alla pittura veneta, tra Quattrocento e Settecento, dagli artisti forestieri attivi a Venezia, come Paolo Fiammingo e Ludovico Pozzoserrato, allo studio sistematico di Palma il Giovane, a Vittore Carpaccio, alla bottega di Jacopo Bassano. Le sue indagini più recenti si sono volte al collezionismo di dipinti a Venezia, in particolare sulla fortuna dei dipinti di Giorgione, Veronese, Tiziano e Bernardo Strozzi. Ha partecipato a numerosi convegni internazionali e collaborato all’organizzazione scientifica e al catalogo di mostre sulla pittura veneziana.
Ha ideato e diretto il progetto Il collezionismo artistico a Venezia dalle origini al Settecento, curando i tre volumi (Fondazione di Venezia/Marsilio, 2007, 2008, 2009) che danno conto degli esiti delle ricerche. Al suo attivo ha un centinaio di pubblicazioni in riviste italiane ed estere, atti di convegni, cataloghi di mostre e diverse opere monografiche. E’ membro del Consiglio scientifico della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore.

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L’eredità del Cadorino: Tiziano nei taccuini di Anton van Dyck

L’eredità del Cadorino: Tiziano nei taccuini di Anton van Dyck

BERNARD AIKEMA E CARLOTTA STRIOLO

Martedì 14 agosto 2018 ore 18.00

Chiesa di San Giovanni Battista  – Vinigo di Cadore  


Nel corso della sua permanenza in Italia, fra 1621 e 1627, il pittore anversese Anton van Dyck realizza il cosiddetto Italian sketchbook, un taccuino formato da centoventuno fogli, riempito con una serie di disegni per la maggior parte eseguiti a penna e bistro, ora conservato al British Museum di Londra. Questo libretto comprende copie tratte da opere di artisti italiani del XVI secolo, riflessioni, disegni dal vero e appunti. La scelta di utilizzare questo mezzo per raccogliere ed organizzare le fonti visive è stata messa in relazione al modello fornito al giovane van Dyck dal suo maestro Rubens, che compila a sua volta un libro di disegni durante il viaggio in Italia fra 1600 e 1608. Come Rubens, van Dyck copia e colleziona opere di Tiziano e, al momento della sua morte, possiede quattro copie e diciannove dipinti originali dell’artista. Questo interesse per i lavori del Cadorino è evidente sin dal giovanile taccuino italiano di van Dyck, documento strabiliante in quanto contenete circa duecento disegni, due terzi dei quali tratti proprio da dipinti di Tiziano.
A partire da questo taccuino si cercherà di definire quali scelte l’artista abbia compiuto all’interno della vasta produzione tizianesca, quali ragioni abbiano guidato la sua selezione e in che modo abbia elaborato i modelli all’interno della sua opera pittorica.

Bernard Aikema, laureato ad Amsterdam, professore all’Università di Nimega (Olanda) e Lovanio (Belgio), è stato guest professor a Princeton e ad Harvard, ha tenuto conferenze sull’arte veneta in molti paesi europei e nel nord America, è autore di oltre 100 pubblicazioni in inglese e italiano sulla pittura e il disegno veneziani. I metodi di ricercano spaziano dalla filologia all’iconologia, alla storia sociale dell’arte. E’ stato ideatore e co-curatore di mostre che si sono tenute alla Fondazione Cini, ad Amsterdam e a New York. Nel ’99 a Venezia a Palazzo Grassi cura “Il Rinascimento a Venezia e la pittura del Nord”; a Roma nel 2010, alla Galleria Borghese la mostra “Lucas Cranach. L’altro Rinascimento”; a Verona al Palazzo della Gran Guardia “Paolo Veronese, l’illusione della realtà” (2014). Dirige progetti di ricerca internazionali ed è membro dell’Ateneo Veneto e dell’Accademia Europea; è Cavaliere all’Ordine del merito della Repubblica Italiana.

Carlotta Striolo, si è laureata in Discipline Artistiche all’Università degli Studi di Verona con una tesi relativa agli scambi iconografici fra l’ambito veneto e il nord delle Alpi. Ha in seguito collaborato a un progetto di Digital Humanities con l’École polytechnique fédérale di Losanna (EPFL) volto allo sviluppo di un software per il riconoscimento di pattern nelle opere d’arte, con un focus sulla diffusione dei modelli di Tiziano a livello europeo. Nel 2017 ha iniziato il dottorato in Arte in cotutela fra l’Università di Verona e la Ghent University, focalizzato sul taccuino italiano di Anton van Dyck e gli sketchbook di Rubens.

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Concerto finale al Forte di Monte Ricco - Workshop "Dentro al violino"

Concerto finale al Forte di Monte Ricco con i giovani partecipanti del Workshop “Dentro al violino”

DOCENTI: CORINNA CANZIAN  E MATTIA TONON

Domenica 12 agosto 2018 ore 18.00
Forte di Monte Ricco- Pieve di Cadore 


Dal 4 agosto ha avuto inizio il work shop di violino destinato ai giovani che soggiornano nella residenza d’artista di Pieve di Cadore per seguire le lezioni di Corinna Canzian e di Mattia Tonon. I violinisti saranno impegnati nei diversi luoghi del centro storico, così da inondare di note per una intera settimana diversi musei con lezioni collettive e individuali, come già sperimentato con successo lo scorso anno. L’edizione presente si presenta con alcune novità: i ragazzi saranno impegnati in un training su come affrontare la paura da palcoscenico; un laboratorio avrà come oggetto di analisi l’arte della liuteria e il riciclo creativo- musicale attraverso oggetti da recupero. Tali attività saranno possibili grazie alla collaborazione di Ecomont, di Roberto Menardi e di Cesare Tabacchi. Al termine del corso, il 12 agosto dalle ore 18.00, si terrà il tradizionale concerto finale al Forte di Monte Ricco, nei cui spazi si terranno anche le prove aperte al pubblico, così come il Museo dell’Occhiale. Quindi la seconda edizione del work shop si arricchisce di performance, di momenti di socializzazione e di conoscenza delle istituzioni culturali di Pieve. L’iniziativa, trova il sostegno della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore, di Dolomiti Symphonia e della Cassa Rurale e Artigiana di Cortina d’Ampezzo, e la collaborazione del Forte di Monte Ricco. Inoltre conferma come corso di formazione giovanile possano divenire un arricchimento per la comunità e promuovere il turismo culturale.

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Le donne di Tintoretto (2): figure della seduzione e della tentazione

Le donne di Tintoretto (2): figure della seduzione e della tentazione

AUGUSTO GENTILI

Mercoledì 8 agosto 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


Augusto Gentili, già professore ordinario di Storia dell’arte moderna nell’Università Ca’ Foscari di Venezia, studia la pittura veneziana del Quattrocento e Cinquecento secondo un taglio multidisciplinare di storia e iconologia contestuale. È particolarmente interessato a problemi di teoria, metodologia e storia della storiografia artistica. Ha pubblicato volumi su Carpaccio, Lotto, Tiziano e oltre 150 tra articoli e piccole monografie. La sua recente monografia Tiziano è uscita in edizione italiana e francese (pubblicato da 24 Ore Cultura e da Actes Sud). Ha fondato, diretto e curato il periodico semestrale Venezia Cinquecento.

Per il cinquecentenario della nascita del pittore veneziano Jacopo Robusti (1519-1594) dedica le due conferenze dell’Estate tizianesca al tema delle donne di Tintoretto, la prima delle quali alle donne “anonime” che nella realtà veneziana provvedevano all’assistenza e alla nutrizione, protette per discrezione dai modelli esemplari delle storie e delle allegorie cristiane; la seconda è dedicata è dedicata alle figure storiche, mitologiche e bibliche della seduzione (Venere, Susanna, Lucrezia) e alle personificazioni della tentazione diabolica. Gli argomenti scelti dallo storico dell’arte sono intenzionalmente rari quanto sorprendenti e saranno presentate con l’occasione alla conoscenza del pubblico alcune novità che lo studioso non vuole anticipare.

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Le donne di Tintoretto (1): figure dell'assistenza e della nutrizione

Le donne di Tintoretto (1): figure dell’assistenza e della nutrizione

AUGUSTO GENTILI

Lunedì 6 AGOSTO 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


Augusto Gentili, già professore ordinario di Storia dell’arte moderna nell’Università Ca’ Foscari di Venezia, studia la pittura veneziana del Quattrocento e Cinquecento secondo un taglio multidisciplinare di storia e iconologia contestuale. È particolarmente interessato a problemi di teoria, metodologia e storia della storiografia artistica. Ha pubblicato volumi su Carpaccio, Lotto, Tiziano e oltre 150 tra articoli e piccole monografie. La sua recente monografia Tiziano è uscita in edizione italiana e francese (pubblicato da 24 Ore Cultura e da Actes Sud). Ha fondato, diretto e curato il periodico semestrale Venezia Cinquecento.

Per il cinquecentenario della nascita del pittore veneziano Jacopo Robusti (1519-1594) dedica le due conferenze dell’Estate tizianesca al tema delle donne di Tintoretto, la prima delle quali alle donne “anonime” che nella realtà veneziana provvedevano all’assistenza e alla nutrizione, protette per discrezione dai modelli esemplari delle storie e delle allegorie cristiane; la seconda è dedicata è dedicata alle figure storiche, mitologiche e bibliche della seduzione (Venere, Susanna, Lucrezia) e alle personificazioni della tentazione diabolica. Gli argomenti scelti dallo storico dell’arte sono intenzionalmente rari quanto sorprendenti e saranno presentate con l’occasione alla conoscenza del pubblico alcune novità che lo studioso non vuole anticipare.

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Concerto al Forte di Monte Ricco del Duo Anitya

Concerto al Forte di Monte Ricco del Duo Anitya

GIORDANA CIAMPALINI E CRISTINA CENTA

Flauto traverso e arpa

Musiche di Piazzolla, Andrés, Bizet, Ravi Shankar

Sabato 4 agosto 2018 ore 21.00
Forte di Monte Ricco- Pieve di Cadore 


Il duo Anitya si è formato come progetto all’interno del corso magistrale in Musica da Camera presso il Conservatorio di Trento, dove ha concluso gli studi con il massimo dei voti sotto la guida del M° Guarino. Continua gli studi di perfezionamento nello studio della musica contemporanea con i maestri Ivan Rabaglia, Dimitri Ashkenazy, Corrado Greco. La curiosità per sonorità nuove e tecniche insolite ha portato il duo a concentrarsi su un repertorio musicale particolare, quello sviluppatosi nella seconda metà del 900. Il nome della formazione prende spunto da uno dei concetti fondamentali della filosofia buddista: anitya è l’impermanenza, il continuo divenire come appunto è la musica, mai uguale a se stessa per sua natura, mai statica e in un continuo mutare.

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Guglielmo Talamini. Le origini, l’arte, la solitudine tra le Dolomiti e Asolo

Guglielmo Talamini. Le origini, l’arte, la solitudine tra le Dolomiti e Asolo.

MATTEO DA DEPPO

Giovedì 2 agosto 2018 ore 18.00
Mansarda asilo vecchio – San Vito di Cadore  


A un secolo dalla morte di Guglielmo Talamini (Vodo di Cadore 1867 – Faenza 1918), la Magnifica Comunità di Cadore e il Comune di Asolo dedicano al pittore cadorino nelle rispettive sedi due mostre, che testimoniano l’arco della sua opera, dalla solida formazione artistica – acquisita tra le Accademie di Venezia e di Monaco di Baviera, dove apprende il Rinascimento veneziano e il Modernismo secessionista tedesco – fino alle ultime opere che precedono la fine precoce.
Più volte è ospite e delle maggiori istituzioni contemporanee italiane e delle Biennali veneziane, tanto che nel 1935 quest’ultima gli organizza una mostra commemorativa, segno della sua fama e del suo ruolo. Abile ritrattista e paesaggista, adotta diverse tecniche, mostrando un forte colorismo.

I paesaggi dolomitici della collezione della Magnifica Comunità di Cadore testimoniano il legame con il Cadore, che descrive con pennellate rapide e una luce sempre diversa che definisce rocce e nuvole. Dai ritratti dei famigliari si evince la costante sperimentazione, sia dei modelli formali che della tecnica, con interessanti risultati nell’uso del pastello.
Insieme ad Antonio Genova, ha curato l’esposizione di Pieve di Cadore Matteo Da Deppo, laureato in storia dell’arte all’Università di Padova, nonché collaboratore del progetto di catalogazione dei beni ecclesiastici della Curia di Belluno, dal 2012 dirige i Musei della Magnifica Comunità di Cadore, dove coordina eventi culturali e realizza mostre. Svolge attività di ricerca mirata alla valorizzazione della storia locale e del patrimonio locale. Per il mensile Il Cadore scrive articoli legati al territorio.

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Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto

Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto

GABRIELE MATINO

Lunedì 30 luglio 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


Gabriele Matino ha conseguito il PhD alla University of Nottingham (UK) con una tesi sull’opera di Giovanni Mansueti e il ciclo pittorico per la Sala dell’Albergo della Scuola Grande di San Marco (2014). Le sue ricerche e pubblicazioni si concentrano sulla pittura narrativa veneziana tra XV e XVI secolo, in particolare sui meccanismi di commissione, produzione e fruizione dei cicli pittorici realizzati per le sedi delle confraternite di batudi, le Scuole Grandi. Già borsista della Gladys Krieble Delmas Foundation (New York) per una ricerca sui ritratti di gruppo nei teleri della Sala dell’Albergo della Scuola Grande di San Marco (2014-15), dal 2016 è Curatorial Fellow di Save Venice Inc per cui cura la mostra Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto. A partire da ottobre 2018 sarà Visiting Scholar presso la University of York (UK).

Il Polo Culturale Museale Scuola Grande di San Marco, su iniziativa di Save Venice Inc e con la collaborazione scientifica dell’Archivio di Stato di Venezia, promuove una mostra dal titolo Arte, fede e medicina nella Venezia di Tintoretto (6 settembre 2018-6 gennaio 2019). La mostra, che si terrà in contemporanea con le grandi esposizioni di Palazzo Ducale e delle Gallerie dell’Accademia di Venezia, intende celebrare il cinquecentenario della nascita di Jacopo Tintoretto in uno dei luoghi che più ne segnarono la carriera artistica: la Scuola Grande di San Marco.
Nata come sede di un’antica confraternita di devozione, nel Cinquecento la Scuola Grande di San Marco si distinse per i cicli pittorici commissionati ad alcuni dei più importanti pittori del Rinascimento italiano, tra cui Jacopo e Domenico Tintoretto. Convertita in Ospedale a seguito della soppressione per decreto napoleonico, attualmente le sue sale monumentali ospitano il Museo della Scuola Grande di San Marco, la Biblioteca Monumentale e il Museo Medico dell’Ospedale Civile di Venezia. Grazie a questa sua pluralità di funzioni e ruoli nella storia della società veneziana, la Scuola Grande di San Marco è stata scelta quale luogo ideale per esplorare le relazioni tra credo religioso e sapere medico-scientifico nel complesso contesto culturale in cui visse e operò Jacopo Tintoretto.

In questo intervento il curatore della mostra, Gabriele Matino, illustrerà le tematiche chiave del percorso espositivo, presentando in anteprima alcune delle opere esposte in mostra

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La mostra sui Ritratti di Lorenzo Lotto al Prado e alla National Gallery di Londra (2018-19)

La mostra sui Ritratti di Lorenzo Lotto al Prado e alla National Gallery di Londra (2018-19)

Domenica 29 luglio 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


Enrico Maria Dal Pozzolo è professore associato di storia dell’arte moderna all’Università di Verona, dove tiene i corsi di Museologia e storia del collezionismo, di Storia dell’arte veneta e di Metodologia della ricerca storico-artistica. Si occupa specificamente di pittura veneta dal Quattrocento al Settecento. È nei comitati scientifici della rivista «Venezia Cinquecento. Studi di storia dell’arte e della cultura» e della Fondazione Centro Studi Tiziano e Cadore. E’ stato curatore di importanti mostre sulla pittura veneta.

Il Museo del Prado e la National Gallery di Londra organizzano congiuntamente un mostra dedicata a uno degli artisti più affascinanti e singolari del Cinquecento italiano. I ritratti elaborati da Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1557) si distinguono per la loro invenzione compositiva e la penetrazione psicologica, nonché per la loro rivelazione di una vita interiore inquieta.
Durante la sua vita, ha usato una grande varietà di tipologie. Il simbolismo, evidente o nascosto, dei suoi ritratti e la sua profondità psicologica sono due degli aspetti che definiscono il Lotto.
Un altro si manifesta nell’importanza che dava agli oggetti per definire lo stato, i gusti e le aspirazioni delle persone che immortalava. Oltre al suo ruolo di ritrattista, si dedicò anche alla pittura religiosa.
Fu l’autore delle tre Sacre Conversazioni per le chiese di Santo Stefano, del Santo Spirito e di San Bernardino di Bergamo. Il suo stile fortemente espressivo ed estraneo al classicismo caratteristico dell’espressione del sentimento religioso lo rese un pittore molto singolare per l’epoca.
Questo incontro si collega al precedente e ripercorre la storia della realizzazione della mostra sui Ritratti di Lorenzo Lotto che si sta svolgendo al Prado e che in novembre passerà alla National Gallery di Londra. Con una serie di immagini si entrerà nelle sale durante e dopo l’allestimento, evidenziando connessioni tra le opere e soffermandosi su alcuni dei capolavori presenti.

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Treviso urbs picta. Facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo: conoscenza e futuro di un bene comune

Treviso urbs picta. Facciate affrescate della città dal XIII al XXI secolo: conoscenza e futuro di un bene comune

PATRIZIA BOSCHIERO ROSSELLA RISCICA E CHIARA VOLTAREL 

Sabato 28 luglio 2018 ore 18.00

Sala Magnifica Comunità – Pieve di Cadore 


È un volume collettivo pubblicato dalle Edizioni della Fondazione Benetton con Antiga, a cura di Rossella Riscica (ricercatrice, architetto), Chiara Voltarel (ricercatrice, storica dell’arte).
L’antica consuetudine di decorare le facciate degli edifici ha caratterizzato Treviso così a lungo da farla conoscere come “urbs picta”. Dal 2011 la Fondazione Benetton Studi Ricerche ha avviato su questo fenomeno una ricerca che ha portato, tra l’altro, alla creazione di una banca dati che conserva, su edifici esistenti ed esistiti, tutte le informazioni raccolte attraverso sopraluoghi sul campo, ricerche bibliografiche e archivistiche e un’accurata campagna fotografica (realizzata da Arcangelo Piai e Corrado Piccoli su incarico della Fondazione) sulle testimonianze pittoriche all’interno della cerchia muraria della città; il collegamento tra i dati acquisiti con la ricerca e le cartografie attuali e storiche permette di interrogare il sistema e ottenere varie e interessanti “mappe tematiche”. Questo lavoro sistematico ha permesso di sviluppare una serie di riflessioni, delle quali dà conto il volume Treviso urbs picta, che si apre con un saggio di Lionello Puppi, uno sguardo geograficamente e storicamente ampio sul tema, al quale segue un contributo di Andrea Bellieni che delinea la relazione tra le facciate affrescate e l’evoluzione urbanistico-architettonica della città. Seguono altri tre saggi: uno storico-artistico di Chiara Voltarel, che si sofferma su artisti, tipologie e tematiche delle decorazioni; quello di Rossella Riscica che attraversa le questioni dei degradi e degli interventi di conservazione delle facciate affrescate trevigiane; un excursus di Massimo Rossi sulle guide a stampa di Treviso, in relazione agli edifici dipinti. In chiusura, prima della postfazione di Eugenio Manzato, alcune schede di approfondimento su temi storico-artistici e sulle tecniche dei dipinti murali. Corredano i testi un ampio apparato fotografico, in gran parte inedito, e mappe tematiche di approfondimento, connesse alla banca dati.
Il progetto di ricerca Treviso Urbs Picta, avviato tra la fine del 2012 e l’inizio del 2013, muove dall’identificazione e dallo studio iconografico e stilistico delle facciate di case e di altri edifici affrescati e variamente decorati all’interno della cinta muraria della città di Treviso nel corso dei secoli XIII-XX (includendo sia gli affreschi e i relativi edifici esistenti a oggi, sia quelli documentati ma perduti o parzialmente perduti).
Lo studio sta conducendo a una loro sistematica datazione e catalogazione, che ha naturalmente preso il via da quelle già disponibili per un loro aggiornamento e in vista della costruzione di una nuova mappa topografica (sincronica e diacronica) della città affrescata, in una prospettiva che tenga conto delle diverse fasi storiche, fino alla condizione attuale e alle sue diverse emergenze, oltre che al futuro, con proposte concrete di salvaguardia del patrimonio, attraverso i temi del restauro e della valorizzazione.
L’obiettivo principale è quello di contribuire, con lo svolgimento, i risultati e la divulgazione della ricerca, a una maggiore conoscenza scientifica e a una maggiore consapevolezza civica dei “beni culturali” della città di Treviso e della sua comunità. In questo senso Treviso Urbs Picta si pone anche in continuità con altri progetti di ricerca che la Fondazione Benetton ha condotto in quest’ambito (la città di Treviso) sin dalla sua nascita e che hanno avuto un esito pubblico con seminari e convegni, laboratori, pubblicazioni, mostre.

La presentazione sarà coordinata da Patrizia Boschiero, responsabile delle edizioni della Fondazione Benetton.

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