Alla ricerca del pubblico. Arte ai tempi del coronavirus


Tiziano Vecellio, La morte di Atteone (1559/1575 c.), National Gallery, Londra

Il 16 marzo alla National Gallery di Londra veniva inaugurata la mostra Titian. Love, Desire and Death. Attesa da anni, frutto di ricerche scientifiche e di una delicata tessitura di relazioni diplomatiche tra musei internazionali. Una di quelle mostre cosiddette ‘imperdibili’ per gli storici dell’arte ma anche un’occasione unica per il pubblico, che avrebbe potuto ammirare le straordinario mitologie licenziate da Tiziano per Filippo II di Spagna.
Nella mostra sono riunite per la prima volta quelle poesie – così le aveva definite l’artista– destinate a ornare un camerino del sovrano e in seguito divise, con la complicità del mercato, tra Boston, Madrid e Londra. Il Covid-19 ha imposto la chiusura della National Gallery il 19 marzo.

Per Matthias Wivel le tele di Tiziano si sono ritrovate a dialogare l’una con l’altra, protette dal silenzio, ma restando al tempo stesso in search of an audience. Mai come in questi giorni siamo ‘bombardati’ dalla proattività comunicativa dei musei, con quotidiane visite virtuali e video divulgati attraverso Facebook e Instagram.

In realtà si tratta, in molti casi, di esperienze di accessibilità a distanza praticate da tempo, non senza ostacoli tecnici e concettuali. Il Covid-19 ha impresso una accelerazione a tale fenomeno che potrà apparire, a seconda dei punti di vista, preoccupante oppure efficace per la conoscenza delle opere d’arte e della loro storia. Nelle poesie spagnole Tiziano mette in scena un’interpretazione personalissima delle relazioni tra gli dei e gli umani, irrimediabilmente contraddistinte, per lui, da un risvolto tragico.

Nella Morte di Atteone, rimasta peraltro, nello studio dell’artista colpito dalla peste nel 1576, una implacabile Diana condanna ad una morte crudele il cacciatore, reo di averla sorpresa nella sua grotta durante il bagno: trasformato in cervo, Atteone sarebbe stato sbranato dai suoi stessi cani. Il suo urlo non è solo un tocco di pennello. E’ una sensazione. Da provare in diretta.

Il contributo si deve a Linda Borean – Università di Udine.