Rinascimento a Venezia. Trionfo della bellezza e distruzione della pittura


Lorenzo Lotto, Ritratto di Lucina Brembati, (1518 circa). Bergamo, Accademia Carrara

 

Dal 20 giugno al 24 settembre al museo Thyssen-Bornemisza di Madrid sarà allestita la mostra Il Rinascimento a Venezia. Trionfo della bellezza e distruzione della pittura. La mostra avrà come protagonisti alcun dei più importanti artisti della pittura cinquecentesca della scuola veneziana come TizianoLottoVeronese e Tintoretto le cui opere proverranno da importanti collezioni e musei.

La produzione artistica veneziana del Rinascimento è diversa da qualsiasi altra arte: Venezia in quel era la capitale di incontri e scambi, un crocevia di culture che si ripercosse sull’arte del periodo; un esempio di questa internazionalità è l’opera di Bellini Processione San Marco. A Venezia si importavano anche pigmenti da tutti il mondo: questi entrarono a far parte della tavolozza degli artisti della Laguna, che incominciarono ad utilizzare il colore in maniera audace ed emozionale. Se il Rinascimento aveva visto la nascita della prospettiva matematicamente ottenuta, a Venezia si assiste ad una prospettiva ottenuta esclusivamente con il colore.

Tiziano (Pieve di Cadore, 1488/1490 – Venezia, 27 agosto 1576) è uno degli artisti più straordinari del periodo, innovativo fino alla sua morte, sopraggiunta nel 1576. Il maestro sviluppa fin da subito uno stile tutto personale, che prevede un nuovo uso dei colori, che vengono infatti stesi in maniera rapida ed imprecisa, e da ciò deriva una grande immediatezza e forte espressività. Già con Tiziano si ha infatti una visione artistica sempre più audace, incurante delle buone regole del dipingere e contrario a ogni conformismo classicheggiante. Il modo di dipingere di Tiziano, caratterizzato da una pennellata sporca e poco definita, destò scalpore tra i contemporanei.

Lorenzo Lotto (Venezia, 1480 – Loreto, 1556/1557) nella sua vita viaggiò parecchio e questo gli permise di entrare in contatto con diverse esperienze artistiche, infatti seppe coniugare il Colorismo veneziano alla pittura fiamminga, attenta ad indagare ogni singolo particolare.

Paolo Veronese (Verona, 1528 – Venezia, 1588) fu il maestro delle stoffe: i protagonisti dei suoi quadri erano infatti gli abiti più che i soggetti che li indossavano. I suoi quadri sono un vero e proprio scorcio sulla vita della Venezia dell’epoca, dove a farla da padrona erano il lusso e lo sfarzo. Dopo la caduta della Repubblica di Firenze, solo la Repubblica di Venezia riuscì a conservare la propria autonomia politica e questo permise alla Serenissima di vivere un benessere economico che si riflesse nell’estrema vivacità degli ambienti intellettuali.

Tintoretto crea i suoi quadri utilizzando il colore in maniera violenta e pastosa: la vera protagonista dei suoi dipinti è la luce. Sono luci inquiete quelle del maestro, luci ed ombre che sembrano anticipare il periodo barocco.

Venezia, stimolante crocevia culturale, dove la cultura occidentale ha sempre incontrato quella orientale, ha sempre ribadito la sua diversità, tanto affascinante quanto complessa proprio come la sua arte, una poesia densa di mistero.

Rosanna D’Alessandro per MIfacciodiCultura